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Qualità delle acque del Mincio

Nel territorio del Bacino del Mincio le attività umane prevalenti sono quelle agricole: allevamento, soprattutto suinicolo e colture legate al foraggio. Si tratta di un agricoltura di tipo intensivo.
Queste attività condizionano notevolmente la qualità delle acque, provocando un inquinamento di tipo diffuso, legato all'utilizzo di fertilizzanti chimici e alla distribuzione sui terreni dei liquami prodotti dagli allevamenti (il cosidetto spandimento dei liquami zootecnici). La scomparsa progressiva dei filari e delle siepi che un tempo delimitavano i fondi e la progressiva riduzione delle zone umide, e una conseguente banalizzazione del territorio fanno si che gli inquinanti, attraverso i fossi e i canali (e tutto il reticolo idrografico minore) raggiungano rapidamente l'alveo principale del Mincio; soprattutto nelle zone umide di particolare pregio naturalistico il problema principale è quello dell'eutrofizzazione.
Inoltre gran parte dei territori appartenenti al medio tratto del Mincio presentano un elevata vulnerabilità dovuta alla presenza di substrati ghiaiosi e ciottolosi che favoriscono l'infiltrazione dei nitrati di origine agricola nelle falde. Il Mincio, che in questo tratto drena la falda, raccoglie le acque ricche di nitrati, che contribuiscono a peggiorare lo stato del fiume. Un'altra importante fonte di inquinamento sono i depuratori delle acque reflue; si tratta soprattutto di scarichi legati agli insediamenti civili, anche se non mancano insediamenti produttivi di rilievo. In questo caso si parla di scarchi di tipo puntiforme, poichè la fonte di inquinamento è individuabile e concentrata in un solo punto.


Criticità

Il depuratore di Peschiera del Garda
Procedendo da monte verso valle la prima criticità è senz'altro l'impianto di depurazione delle acque reflue di Peschiera del Garda, che raccoglie le acque fognarie di gran parte dei paesi che si affacciano sulla sponda bresciana e veronese del Lago di Garda, per un carico inquinante di più di 300.000 abitanti equivalenti. Questo depuratore nato per impedire l'inquinamento del Lago, condiziona pesantemente la qualità delle acque del Mincio. Lo scarico si trova esattamente a valle del manufatto regolatore della diga di Salionze, e a causa delle derivazioni a monte, la possibilità di diluire lo scarico è molto ridotta. L'efficienza dell'impianto è ridotta soprattutto nei mesi estivi, quando il sistema deve trattare, a causa del gran numero di turisti, un volume in ingresso molto elevato rispetto ai valori invernali.

Schema dell'impianto di depurazione delle acque reflue di Peschiera del Garda

L'Ente gestore del depuratore di Peschiera "Consorzio Garda Uno" sta procedendo alla realizzazione di interventi per migliorare l'efficienza del trattamento di depurazione delle acque reflue, in particolare per rispettare i nuovi limiti allo scarico previsti per i territori afferenti alle aree sensibili; in particolare gli interventi sono suddivisi in tre lotti:

  • Lotto 1. Adeguamento idraulico
    Consiste nella realizzazione della sesta linea di trattamento biologico costituita da una ossidazione biologica e rimozione dell'azoto e due sedimentatori finali per la chiarificazione dell'effluente della sesta ossidazione. Si sono concluse le operazioni di collaudo funzionale e si sta completando la fase di autorizzazione all'esercizio della linea di trattamento numero 6 e dello scarico numero 5.
     
  • Lotto 2. Adeguamento idraulico
    Consiste nella realizzazione di un nuovo sollevamento da affiancare a quello esistente, che comprende la realizzazione dei trattamenti primari di grigliatura grossolana e grigliatura fine, una sezione di dissabbiatura e disoleatura e la realizzazione di una dorsale idraulica di alimentazione in c.a. sezione 1200 mm in parallelo all'esistente e ad essa collegata.
    Fine lavori prevista per la fine del 2008
     
  • Lotto 3. Trattamento terziario
    Consiste nella realizzazione della sezione di filtrazione finale per il rispetto del nuovo limite previsto per i solidi sospesi che consentirà un affinamento dell'effluente in termini di sostanza organica, azoto totale e carica batterica, costituita da una sezione di chiariflocculazione, una sezione di filtrazione su letti a sabbia e una sezione di disinfezione a raggi UV per l'abbattimento della carica batterica.

Sono in corso le richieste di autorizzazione ai vari enti per poter indire le gare di appalto.


Gli affluenti in destra Mincio
Procedendo verso valle, si susseguono numerosi affluenti che scaricano le proprie acque nel fiume Mincio. In successione, si incontrano il Redone Superiore, il Redone Inferiore e il Caldone. Questi affluenti drenano la porzione nord occidentale del bacino del Mincio, raccogliendo le acque della zona delle risorgive, attraversano diversi centri abitati e ampie zone agricole. Il carico inquinante di questi corsi d'acqua è notevole. Come si può notare dai seguenti grafici, l'apporto delle varie forme di azoto è molto significativa, anche rapportandole al carico inquinante dovuto al depuratore di Peschiera. La somma degli apporti di azoto di Redone Superiore, Redone Inferiore e Caldone è comparabile all'apporto del Depuratore di Peschiera.

carico di azoto apportato dagli affluenti di destra Mincio; gli istogrammi indicano i Kg al giorno di ammoniaca, nitrati e azoto inorganico disciolto (somma di ammonio e nitrato), apportati dai vari affluenti e dal depuratore di Peschiera.


Le Valli del Mincio
A valle dell'abitato di Goito e del partitore di Casale, il Mincio cambia fisionomia: la corrente rallenta e il fiume, non più canalizzato artificialmente, è libero di divagare. Qui ha origine una delle zone umide di acqua dolce più estese del Nord Italia: "la Riserva Naturale Valli del Mincio"-
Quest'area è ricca di emergenze naturalistiche; già la convenzione di Ramsar la individua come zona umida di importanza internazionale e in seguito l'Unione Europea attraverso le direttive "habitat" (Direttiva Comunitaria 92/43/CEE) e "uccelli" (Direttiva Comunitaria 79/409/CEE) viene definita Sito di Importanza Comunitaria (SIC) per le specie animali e per gli habitat presenti e Zona di Protezione Speciale per le specie ornitologiche. Oggi è un sito di Rete Natura 2000, e terminato l'iter di approvazione del SIC è stata istituita la Zona Speciale di Conservazione (ZSC).
Dal 1984 l'area è Riserva Naturale Regionale, gestita dall'Ente Parco del Mincio, istituita con Deliberazione del Consiglio Regionale della Lombardia 11.10.1984 n.III/1739. Gli strumenti di tutela delle emergenze naturalistiche presenti testimoniano la grande ricchezza, ma anche la grande vulnerabilità dell'area. La conservazione delle rilevanze naturalistiche non può prescindere dagli aspetti quantitativi e qualitativi delle acque.
Per questo motivo anche il Programma di Tutela ed Uso delle Acque della Regione Lombardia individua l'area sensibile afferente alle Valli del Mincio e ai Laghi di Mantova, e definisce limiti allo scarico dei depuratori delle acque reflue più restrittivi per l'azoto e il fosforo.

area sensibile afferente alle Valli del Mincio e ai Laghi di Mantova, estratto dal PTUA Regione Lombardia

Lungo il tratto di Mincio più rilevante dal punto di vista naturalistico si immettono due dei più compromessi corsi d'acqua del bacino del Mincio: il Goldone e l'Osone. Il primo sfocia in Mincio subito a monte dell'inizio dell'area protetta: nel punto di immissione è evidente il contrasto tra le acque torbide dell'affluente e quelle molto più trasparenti del fiume. Il Mincio a valle del Goldone presenta una qualità decisamente peggiore di quella a monte. Tra l'abitato di Rivalta e quello di Grazie, si immette l'Osone; questo canale presenta una portata notevole ed un trasporto solido rilevante, che tende ad interrare il reticolo di canali che alimenta le Valli.


I Laghi di Mantova ed il Basso Mincio
Scendendo più a valle il Mincio si allarga formando i tre Laghi di Mantova: Lago Superiore, Lago di Mezzo e Lago Inferiore.
Questi bacini, insieme a quello della Vallazza (situata a Valle del Lago Inferiore) sono caratterizzati da valori molto elevati di clorofilla e da una elevata torbidità delle acque (entrambi indici di eutrofizzazione).
La salute di questi corpi idrici è compromessa a tal punto che il Programma di Tutela ed Uso delle acque della Regione Lombardia fissa come obiettivo al 2016 solo lo stato di "sufficiente", mentre prevede per gli altri corpi idrici significativi lo stato di "buono".
La figura che segue mostra l'andamento della clorofilla fitoplanctonica procedendo da monte a valle lungo il corso del Mincio.
La linea blu corrisponde al valore limite < di 3 microgrammi litro - livello1 secondo il D.M. 391/2003 (stato ottimo - oligotrofia)
La linea rossa corrisponde al valore > di 25 microgrammi litro - livello 5 secondo il D.M. 391/2003 (stato pessimo - ipereutrofia)

Mentre nel primo tratto il Mincio mantiene dei valori di clorofilla contenuti, spostandosi all'altezza dei laghi di Mantova e ancor più nel basso Mincio i valori sono elevatissimi, segno evidente di un grave degrado della qualità delle acque.


Sito Inquinato di Interesse Nazionale
Il Lago di Mezzo, il Lago Inferiore e gran parte della Riserva Naturale della Vallazza sono ricompresi nel Sito Inquinato di Interesse Nazionale, individuato dal Ministero dell'Ambiente e del Territorio. Gli enti territorialmente competenti stanno procedendo alla fase di caratterizzazione in collaborazione con le aziende presenti per arrivare a definire gli interventi di bonifica e risanamento.