(Mantova, 26 Febbraio 2019) - Per quale ragione consideriamo "intelligente" solo ciò che ci somiglia? Per il solo fatto, ad esempio, di abitare la terra da molto tempo prima di noi e di avere una vita biologica assai più lunga di un qualsiasi essere umano, è un errore grossolano considerare le piante organismi di rango inferiore. Anche il direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale dell'Università di Firenze, Stefano Mancuso, conferma che le piante sono creature intelligenti e possiedono una capacità di adattamento superiore a quella dell'uomo.
Alcune cellule vegetali presenti in particolare nelle punte delle radici, dicono i ricercatori, sono in grado di "comunicare" tra loro attraverso la trasmissione di segnali elettrici, costituendo un qualcosa di simile a un "cervello", capace di intercettare i segnali dall'ambiente e costruire strategie di adattamento. Il paragone con il più nobile organo umano non è solo figurativo: anche nelle piante è presente il glutammato, neurotrasmettitore che nel cervello trasporta l'informazione da un neurone all'altro, mentre nelle piante incide sulle di sviluppo delle radici.
Ma l'intelligenza delle piante è legata ad altre abilità straordinarie, come la capacità di riconoscere i suoni e la musica, o di ritirarsi al ronzio degli insetti. Insomma, se per il professor Mancuso l'atteggiamento dell'uomo in biologia è ancora preistorico, i programmi di nuove piantumazioni che il Parco del Mincio sta portando avanti vanno nella direzione di incrementare il capitale naturale dell'area protetta con la presenza di forme di intelligenza benefica e silenziosa.
Di quanto? Nel 2018 l'ente ha piantato 8869 alberi e altri 2000 ne saranno messi a dimora durante il 2019 nell'ambito del progetto Tessere per la natura, cofinanziato da Fondazione Cariplo e costituito da 28 opere in 21 comuni mantovani per potenziare la connettività dei corridoi della rete ecologica regionale (RER) nel territorio mantovano.