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300mila euro per migliorare l'apporto idrico del Mincio

Parco del Mincio ha deciso di impiegare i fondi che Regione Lombardia ha assegnato ai parchi in occasione di Expo, promuovendo una serie di azioni che segnano il concreto avvio del Contratto di Fiume

(Mantova, 12 Maggio 2015) - Per il miglioramento dell'apporto idrico nel Mincio, il Parco del Mincio ha deciso di impiegare i fondi che Regione Lombardia ha assegnato ai parchi in occasione di Expo, promuovendo una serie di azioni che segnano il concreto avvio del Contratto di Fiume.

Per un importo di 300mila euro, sono due le principali azioni del progetto attuato dal Parco nella riserva naturale Valli del Mincio.

La prima, la più rilevante, è una barena formata da una fitta barriera fatta di 1.400 pali di castagno alti 6 metri e mezzo e conficcati nel letto della "falla" responsabile della poca acqua nella parte destra delle Valli: il canale Gianesi che da una ampiezza di 19 metri passa ora a 12. La fossa Gianesi era di fatto un rubinetto aperto che canalizzava e toglieva dal ramo principale del Mincio l'80% della portata del fiume, dirottandola  altrove, verso i laghi di Mantova e lasciando una minima parte di flusso per gli habitat verso Grazie dove l'effetto si sommava ai naturali processi di depositi sui fondali che sono tipici di un habitat palustre. Tanto che se a monte la portata del fiume è di 15 metri cubi al secondo, dopo il "sifone" Gianesi nelle Valli precipitava a 7 o 8: nulla di strano se si pensa che il canale era stato costruito negli anni '50 proprio per bonificare quella parte di Valle.

E - questa è la seconda azione -  per armonizzare l'acqua portata dal fiume e quella portata dalla fossa, sono stati riequilibrati i fondali, dragando dal letto del Mincio migliaia di metri cubi di fanghi e depositi, portando la profondità del fiume a oltre un metro là dove, in certi punti, c'erano secche estese dove l'acqua arrivava a soli 2-3 centimetri. Sono stati riattivati 670 metri di asta del fiume e 600 metri di canali secondari e il materiale asportato è andato a riempire la zona barenata del Gianesi senza così doverli depositare su terreni.

Il Parco ha appena terminato i lavori che rallentano e dimezzano lo scippo d'acqua compiuto per mezzo secolo dalla fossa Gianesi, riducendone l'ampiezza e spera che, assieme alle misure richieste e ottenute per lo sfalcio dei canneti da assegnare ai proprietari terrieri, assieme all'acquisto effettuato con la Provincia di macchine attrezzate per la pulizia e raccolta della canna, la vita delle Valli migliori nell'arco di pochi anni (2-3 quelli che serviranno per l'ottimale standardizzazione del fondale).

Ulteriori azioni riguardano la tutela dalla fauna ittica, attraverso la realizzazione di strutture protette e idonee per la riproduzione e il rifugio dai predatori. 

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