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La rondine (Hirundo rustica): segnalare le colonie e i singoli nidi è il primo passo per aiutarle

Una nidiata richiede per il suo sviluppo circa 6000 insetti al giorno!

(Mantova, 28 Giugno 2017) - Oggi vi presentiamo la rondine, passeriforme appartenente alla famiglia Hirundinidae, universalmente associata dall'uomo all'arrivo della primavera e da sempre considerata una alleata nella lotta agli insetti nocivi.

A cura di GRAM Gruppo Ricerche Avifauna Mantova : testi Davide Aldi

La rondine è un passeriforme appartenente alla famiglia Hirundinidae, universalmente associata dall'uomo all'arrivo della primavera e da sempre considerata una alleata nella lotta agli insetti nocivi. Per questo anche in epoche in cui si perseguitavano specie oggi particolarmente protette come i rapaci e i grandi predatori, le rondini erano strettamente tutelate dalla legge.

Distribuzione: la rondine è una specie cosmopolita, cioè presente in tutto il mondo. Le popolazioni nidificanti in Europa trascorrono l'inverno nell'Africa sub-sahariana, in particolare le rondini italiane svernano in Nigeria. E' grazie all'inanellamento che è stato possibile conoscere con esattezza queste informazioni: tale tecnica consiste nel marcare individui catturati con metodi incruenti mediante un piccolo anello metallico posto sul tarso degli uccelli. Tale anello reca un codice univoco che consente di tracciare gli spostamenti degli animali.

Alimentazione: la rondine è una specie strettamente insettivora, e si nutre di insetti catturati al volo con l'ampia bocca. Numerose famiglie di insetti (tra cui i ditteri, cioè mosche e zanzare) rientrano nella sua dieta. E' proprio tale specializzazione alimentare che la costringe ad affrontare la lunga migrazione verso l'Africa, poichè il clima europeo in inverno non le consentirebbe di reperire il suo cibo. E' stato calcolato che una nidiata di rondini (4-5 pulcini) richiede per il suo sviluppo circa 6000 insetti al giorno.

Nidificazione: la coppia costruisce un nido a coppa con fango e materiale vegetale dove la femmina deporrà dalle 4-5 uova, incubate per circa 15 giorni dalla femmina. Alla nascita i pulli sono nudi e con gli occhi chiusi. Il loro sviluppo dura circa 18-22 giorni durante i quali vengono alimentati da entrambi i genitori. Questi imbeccano sempre il nidiaceo che strilla più forte, dunque il più affamato. Dopo l'involo i giovani vengono accuditi e seguiti dai genitori per alcuni giorni. Terminata questa fase la coppia si dedica all'allevamento di una seconda covata, che in genere si invola entro luglio.

La rondine ama nidificare in colonie e riutilizza se possibile il nido degli anni precedenti. Anche questa importante informazione è stata desunta grazie alla tecnica dell'inanellamento.

Migrazione: in tarda estate inizia il viaggio verso i quartieri invernali. In questa fase le rondini accumulano grasso che servirà per affrontare la migrazione e formano dormitori collettivi che possono contare anche migliaia di individui. L'habitat prediletto per il riposo notturno è rappresentato dai vasti canneti allagati che garantiscono sicurezza dai predatori. Le rondini affrontano durante questi spostamenti ciclici due grandi barriere ecologiche rappresentate dal Mar Mediterraneo e dal deserto del Sahara.

Stato di conservazione e minacce: la rondine si trova in uno stato di conservazione sfavorevole, in particolare nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia è classificata come "quasi minacciata" per il marcato declino subito negli ultimi anni (-25% dal 2000 al 2010, dati LIPU e Rete Rurale Nazionale 2011, www.mito2000.it). Tra la cause di tale declino vi sono le imponenti alterazioni ambientali nei quartieri di svernamento (dove le rondini sono anche catturate a scopo alimentare dalle popolazioni locali) e i cambiamenti agricoli e zootecnici in Europa: il massiccio uso di sostanze chimiche riduce le loro prede, gli insetti, e la progressiva sostituzione di prati stabili con colture intensive come il mais sottrae habitat di foraggiamento ottimali; le moderne pratiche di allevamento bovino hanno portato alla scomparsa delle stalle tradizionali dove questa specie amava nidificare. A ciò si aggiunge il degrado delle zone umide, in particolare dei canneti, fondamentali come siti di riposo notturno durante le migrazioni.

Curiosità: la coda di rondine. La tipica forma della coda delle rondini è dovuta allo sviluppo in lunghezza delle penne più esterne della coda (timoniere): ciò rappresenta un elemento di dimorfismo sessuale e di selezione del maschio da parte della femmina. Infatti esse preferiscono i maschi con penne più lunghe perchè, essendo queste un notevole "fardello"da portarsi dietro durante i lunghi voli migratori, rappresentano un segnale "onesto" della forza del maschio.

Specie simili: a Mantova sono presenti altri tre componenti della famiglia Hirundinidae. Il balestruccio (Delichon urbicum) più piccolo e caratterizzato da una macchia bianca alla base della coda, costruisce nidi di fango su alti edifici di paesi e città; il topino (Riparia riparia), anch'esso più piccolo della rondine e di colore marrone dorsalmente, chiaro ventralmente, scava tunnel negli argini dei fiumi e nelle cave di inerti, al fondo dei quali si trova la camera usata come nido; la rondine montana (Ptyonoprogne rupestris), unico irundinide in grado di trascorrere l'inverno in Europa, è più massiccia e uniformemente marrone. Almeno un paio di individui hanno svernato in città nei pressi del Castello di San Giorgio.

Infine ricordiamo il rondone comune (Apus apus) che non è imparentato con la rondine, ma presenta morfologia analoga per una convergenza evolutiva: anch'esso infatti è adattato alla vita aerea e alla caccia di insetti.

Testimonianze popolari: nell'interessante "Flora e fauna popolari delle Valli del Mincio" (a cura di L. Beduschi, P. Rossi, C. Martignoni e G. Persico – Parco del Mincio edizioni) vengono intervistati alcuni abitanti di Rivalta, questa la testimonianza su rondini e topini.

"Ce n'erano molti una volta, ma adesso ce ne sono pochi. La cattura era proibitissima dalla legge, perchè mangiano gli insetti nocivi, ma li andavamo a prendere con le mani, di notte...Quando pioviggina e c'è vento, le canne si muovono, e per ogni canna ce n'erano attaccati due o tre, di tartarìn (topini, ndr) e rondini...Li vendevano alle osterie, specialmente per la fiera delle Grazie"

Come aiutare: segnalare le colonie e i singoli nidi è il primo passo per aiutare le rondini. Il Gruppo Ricerche Avifauna Mantovano, con il contributo del Comune di Mantova, sta organizzando attività per lo studio e la tutela di queste specie. Sono stati acquistati alcuni nidi artificiali che verranno gratuitamente messi a disposizioni dei cittadini che segnaleranno un nido di rondine attivo. Il posizionamento di nidi artificiali può aiutare le colonie a rinforzarsi stimolando i giovani a tornare l'anno successivo a nidificare nei pressi del luogo di nascita. Per info e contatti: avifauna.mantova@gmail.com

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Rondine ( CC0 Public Domain )
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Foto di Daniele Longhi
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Balestruccio ( CC0 Public Domain )
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