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Porgono le scuse e il Parco ritira la denuncia per il reato di diffamazione

L'ente accetta le critiche, non le offese

(Mantova, 30 Agosto 2017) - Ha avuto un felice esito una  vicenda che si era generata tra il 12 e il 14 marzo di due anni fa sul social network "Facebook", all'interno di una pagina denominata "Il Mincio", nella quale comparivano messaggi offensivi indirizzati al Parco Regionale del Mincio e ai suoi vertici, che avevano indotto l'ente a notiziarne la Procura della Repubblica, attraverso un atto di denuncia querela per il reato di diffamazione.

 A seguito del deposito della querela e della conseguente apertura di un fascicolo, la Procura ha svolto accurate indagini, dalle quali è stato possibile individuare alcuni dei soggetti fautori, ossia i sigg.ri  Giuseppe Pinotti, Sabrina Tortorelli, Daniele Vecchi e Guglielmo Bovi.

L'epilogo della vicenda si è registrato oggi in un incontro avvenuto nella sede del Parco Regionale del Mincio e nel quale gli autori dei commenti, accompagnati dai rispettivi legali, hanno rivolto le più sentite scuse al Dott. Pellizzer, alla dott.ssa De Simone e all'Arch. Agosti e all'ente Parco del Mincio. I nominati hanno riconosciuto di aver utilizzato frasi fuori luogo, sottolineando la loro stima nei confronti di Presidente, Direttore, del responsabile della Vigilanza e dell'Ente Parco Regionale del Mincio.

La vicenda si origina nel 2015, a seguito di quanto accaduto tra il 09 e 10 marzo di quell'anno,  quando nella Riserva naturale "Valli del Mincio" - uno dei siti della rete Europea "Natura 2000", sito di importanza comunitaria (SIC) n. IT20B0017 "Ansa e Valli del Mincio" e Zona di Protezione Speciale (ZPS) n. IT20B0009 "Valli del Mincio", nonchè una delle maggiori zone umide interne dell'Italia settentrionale -  erano stati appiccati incendi di natura dolosa, capaci di colpire e distruggere circa 100 ettari di canneti.

Al fine di domare e spegnere i roghi che si stavano celermente e pericolosamente propagando, si era reso necessario l'intervento di un elicottero della Protezione Civile regionale. Le operazioni di spegnimento erano durate circa 90 minuti, con l'impiego di 23 mila litri d'acqua pescata dallo stesso fiume Mincio a mezzo del riferito elicottero e con ingenti costi a carico dei contribuenti.

Le fiamme avevano cagionato ingenti danni alla flora e specie rare e protette quali aironi, cigni reali e falchi pellegrini, a quell'epoca in nidificazione e accudimento della prole. I descritti incendi hanno letteralmente decimato i nidi e posto in serio pericolo la sopravvivenza di numerose specie animali.

Sin da subito era stato possibile rilevare con certezza che gli incendi dolosi venivano appiccati da imbarcazioni che navigavano sul fiume all'interno della Riserva.

La gravità di quanto accaduto aveva obbligato il Parco, ente gestore della Riserva e SIC/ZPS, ad adottare immediati provvedimenti al fine di evitare nuovi incendi e ulteriori danni alla flora e alla fauna protetta, beni comuni di tutta la collettività.   

Per tale motivo il Parco Regionale del Mincio l'11 marzo del 2015 emanò e pubblicò un'ordinanza a firma congiunta del Presidente dott. Maurizio Pellizzer, del Direttore dott.ssa Cinzia De Simone e del responsabile della Vigilanza Arch. Bruno Agosti.

Il provvedimento prevedeva che, dall'indicata data, sino al 31 marzo 2015, sarebbe stata vietata la navigazione nelle zone della Riserva a tutti i natanti e imbarcazioni, a esclusione di quelle di operatori turistici.

L'adozione di un tale provvedimento si era resa necessaria per ostacolare il più possibile  i piromani che avrebbero potuto appiccare nuovi incendi, considerato che dall'acqua non era possibile porre in essere un controllo efficace.

Fu proprio grazie agli effetti di tale ordinanza che nessun altro incendio ebbe a verificarsi.

Senonchè il suddetto provvedimento, emanato unicamente per evitare che un simile disastro potesse assumere proporzioni maggiori, suscitò, inspiegabilmente, il disappunto di alcuni soggetti.

Tra il 12 e il 14 marzo 2015 sul social network "Facebook", all'interno di una pagina denominata "Il Mincio", comparirono messaggi offensivi indirizzati al Parco Regionale del Mincio e, segnatamente, ai soggetti firmatari della suddetta ordinanza.

Il contenuto di tali messaggi travalicava i limiti del diritto di critica, atteso che conteneva gravi offese.  

Il dott. Pellizzer, la dott.ssa De Simone e l'Arch. Agosti, bersagli di tale illegittimo contegno, non avevano pertanto potuto esimersi dal notiziarne la Procura della Repubblica, attraverso un atto di denuncia querela per il reato di diffamazione.

Per i vertici del Parco l'incontro di oggi è stato anche l'occasione per spiegare le conseguenze risolutive che aveva avuto quel provvedimento del marzo 2015, nonché di precisare di essere sempre e da sempre aperti al dialogo e a ricevere anche critiche al proprio operato, a patto che il contenuto di queste permanga all'interno di limiti che il nostro ordinamento considera leciti.

Le sentite scuse dei sigg.ri Giuseppe Pinotti, Sabrina Tortorelli,  Daniele Vecchi e Guglielmo Bovi, i quali hanno di buon grado accettato la pubblicazione del presente articolo, sono state ritenute più che sufficienti dal Dott. Pellizzer, dalla dott.ssa De Simone e dall'Arch. Agosti per rimettere la querela a suo tempo sporta e a rinunciare a qualsiasi ulteriore pretesa.

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