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Home » Territorio » Fauna » Il Centro di Reintroduzione della Cicogna

Le cause dell'estinzione

Sono diverse le cause che hanno allontanato la Cicogna bianca dall'Italia. Fattori determinanti sono stati la caccia e il bracconaggio. Tuttavia la Cicogna è diminuita moltissimo o si è addirittura estinta anche in ampie zone europee dove nessuno mai la ucciderebbe. Fino agli inizi del secolo scorso essa era presente in tutta l'Europa centrale, ma da allora si è praticamente estinta in Svezia Olanda, Svizzera, Belgio ed è assai diminuita numericamente in Germania, Francia e Danimarca.
Per capire le cause del fenomeno, occorre ricordare che esistono due popolazioni di Cicogne bianche nidificanti in Europa, identificabili rispettivamente come "occidentale" e "orientale".
La popolazione occidentale nidifica in Marocco, Algeria, Tunisia, Portogallo, Spagna, Francia (Alsazia), Germania ovest (Baden-Wuttemberg) e migra attraverso lo stretto di Gibilterra raggiungendo l'Africa occidentale a sud del Sahara, soffermandosi in particolare nella fascia del Sahel; una parte sverna nella penisola iberica e in Nord Africa.
La popolazione orientale nidifica in Germania orientale, Russia, Cecoslovacchia, Polonia, Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria, penisola balcanica e migra attraverso lo stretto del Bosforo raggiungendo le savane e i laghi del Corno d'Africa, la grande Rift Valley ed arrivando in parte fino all'Africa meridionale. In Danimarca, Olanda, Germania e Svizzera coesistono entrambe le popolazioni. La grave decimazione della specie si è verificata interamente a carico della popolazione occidentale le cui rotte migratorie attraversano regioni, come Francia e Spagna, dove la caccia è assai intensa.
Una volta giunte nei territori di svernamento in Africa occidentale, oltre a cadere in gran numero vittime delle popolazioni locali, le Cicogne non trovano più quale fonte di cibo i grandi sciami di Locuste vaganti nelle steppe e nelle savane, trasformate in coltivazioni e trattate con veleni.
Gli animali sopravvissuti, al ritorno, subiscono inoltre l'attacco dei cacciatori e, nella migliore delle ipotesi, giungono nelle zone di nidificazione in condizioni fisiche non ottimali per iniziare la fatica riproduttiva. La popolazione orientale, oltre a non subire un prelievo venatorio paragonabile all' altra, arriva nelle zone di svernamento all' inizio della stagione delle piogge: ciò permette alle Cicogne di trovare un alimento abbondante e diversificato.
Sembra quindi che la mortalità invernale e quella legata alla migrazione siano le maggiori responsabili della fortissima diminuzione della popolazione occidentale. Non mancano tuttavia problemi anche nelle aree di nidificazione, dove negli ultimi decenni larghe estensioni di zone umide sono state trasformate in monocolture cerealicole, in cui si fa ampio utilizzo di veleni. Un'altra grave causa di mortalità, è la folgorazione causata dalle linee ad alta tensione.
Nonostante tutto, avvengono sempre più frequentemente anche in Italia tentativi di nidificazione di Cicogne selvatiche, soprattutto nelle zone nord-occidentali. II bracconaggio, che per tanti anni è stato praticato sistematicamente, è diventato sempre meno frequente. Possiamo affermare che, anche grazie all'attività dei Centri Cicogna come il nostro operanti in Italia, c'è sicuramente un significativo ritorno della specie.
Piccoli di Cicogna bianca
(foto di Cesare Martignoni)
Cicogna al Parco delle Bertone
(foto di Archivio Parco Mincio)
Giardino Bertone, cicogna bianca
(foto di Stefano Mariga)
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