Affacciato sulla Valle del Mincio, qui appena uscito dal Garda, Ponti sul Mincio è di origini medievali, ma ritrovamenti riferiti a un'importante necropoli di età celtica (spade, catene porta-spada, lance e coltelli) fanno supporre che l'area fosse frequentata già in età protostorica. Si estende ai piedi del colle su cui sorge un castello, di epoca scaligera, eretto recuperando grossi ciottoli tondeggianti dal fiume.
Una torre scudata occupa la punta Nord. I lati, in posizione mediana e simmetrica, erano difesi da due torri aperte verso l'interno; a Sud, si trovano due torri chiuse a pianta quadrata, una più piccola oggi adibita a torre dell'orologio, ed una più alta, il mastio, posta accanto all'antica porta di ingresso dal borgo; la porta protetta da un rivellino immetteva nella strada sopraelevata (ora invasa dalla vegetazione) attraverso un ponte levatoio.
Oltre al castello si segnala la Parrocchiale di Sant'Antonio Abate che conserva la "Madonna col Bambino e Santi" dei fratelli Martino e Giovanni Meves (fine '700). Sempre del '700 sono i quadri della Via Crucis. La salita al Monte Casale, oltre che stupire per l'incredibile vista panoramica, permette di ricordare l'ultima memorabile battaglia (30 aprile 1945) che chiude la Seconda Guerra Mondiale, testimoniata da una lapide ai caduti.
Nel territorio sono numerose le testimonianze del lavoro dell'uomo relativo al controllo dell'acqua: il manufatto regolatore del Garda verso Salionze (1950), la centrale termoelettrica veronese-bresciana. In questi pendii, che sono sede della Cantina Sociale dei Colli Morenici, è pregiata e rinomata la produzione di vini Doc.