Scavi condotti a più riprese presso il seminario vescovile e nelle aree limitrofe hanno permesso di acquisire importanti elementi riguardo gli assetti della città tra la fine dell'età imperiale e l'altomedioevo.
Le ricerche hanno innanzitutto riportato in luce ampi tratti dei lati ovest e sud di una cinta muraria eretta in età tardoantica a difesa del nucleo urbano: tale intervento - che non interessò forse i limiti nord ed est dell'abitato, già naturalmente difesi dalle acque del Mincio - andò a ridefinire il perimetro della città, che, pur se meno estesa, divenne un formidabile baluardo, strategico anche per la protezione della capitale Ravenna.
Nel sedime del seminario sono tuttavia emerse anche notevoli testimonianze del principale polo religioso della città, rappresentate in primo luogo dai resti di un battistero ottagono attribuito alla metà del VII sec..
Accanto al battistero è stata inoltre rinvenuta un'area funeraria utilizzata almeno sino all'XI sec., che comprendeva anche alcuni piccoli mausolei di età longobarda e due tombe affrescate databili al VII sec..
Tra i corredi recuperati si segnalano invece soprattutto i materiali rinvenuti all'interno di un sarcofago di età tardoantica reimpiegato intorno alla metà del VII sec.: una croce in lamina aurea decorata a sbalzo con un volto umano barbato ripetuto cinque volte, forse identificabile col volto di Cristo, uno scramasax, un pettine in osso, un bracciale e alcuni elementi pertinenti a ornamenti di cintura.
Ancor più straordinario è però il corredo recentemente rinvenuto in un'area vicina in una sepoltura di fine VI - inizi VII sec., che, associati ai resti di un bambino, ha restituito una croce in lamina aurea e diciassette elementi di cintura in oro, realizzati a stampo e decorati secondo lo stile di tradizione bizantina.