La città portuale del Forcello, sorta al margine di un lago formato dalle acque del Mincio e protetta da un terrapieno, fu attiva tra VI e IV sec. a.C..
Le indagini archeologiche, condotte sistematicamente a partire dal 1981, hanno permesso di documentare una parte del sito, nel quale sono state riconosciute almeno nove principali fasi di frequentazione scandite da interventi di livellamento, bonifiche e talora da eventi catastrofici come incendi o alluvioni.
Sin dalla sua fondazione, l'abitato presentava un preciso schema urbanistico a struttura ortogonale organizzato lungo un asse viario principale che lo attraversava longitudinalmente.
Le abitazioni, realizzate in materiali deperibili, avevano generalmente pianta rettangolare ed erano ripartite internamente da tramezzi; erano inoltre presenti aree all'aperto destinate ad attività artigianali.
Gli oggetti rinvenuti hanno consentito di accertare che la città importava ceramiche dalla Grecia e da centri di cultura paleoveneta, mentre l'artigianato locale produceva vasellame da cottura in impasto grossolano e vasellame fine da mensa di tipo etrusco-padano, bucchero padano e a impasto grigio.
Di grande interesse il rinvenimento di iscrizioni graffite sul piede o sul fondo esterno di alcuni recipienti, risalenti generalmente al V sec. a.C., che indicano l'uso dell'alfabeto e della lingua etruschi presso l'abitato.