Nel febbraio 2007 scavi archeologici in corso di conduzione presso un insediamento romano situato in prossimità del Mincio in località Valdaro, alla periferia sud-orientale di Mantova, permisero di effettuare quello che a buon diritto può essere considerato come il più straordinario ritrovamento effettuato nel territorio virgiliano: gli scheletri di un uomo e una donna sepolti abbracciati risalenti ad oltre 6.000 anni fa.
Incredibilmente conservatasi solo poche decine di centimetri sotto terra, è la sepoltura di due giovani ragazzi - divenuti subito universalmente noti come "gli amanti di Valdaro" - deposti l'uno di fronte all'altra, con le braccia di lui appoggiate sul collo di lei e le braccia di lei che cingono invece i suoi fianchi; strette in un abbraccio sono anche le gambe, rannicchiate secondo le usanze funerarie di età Neolitica.
Ordinario rispetto alle consuetudini del periodo è anche il corredo funebre, costituito da utensili in selce: una freccia posizionata vicino alle vertebre cervicali del ragazzo, due lame sotto il bacino e un'altra - molto lunga - all'altezza del femore della ragazza.
Ancora avvolte nel mistero sono le cause che portarono alla morte della coppia, che potrebbe anche non essere stata simultanea.
Quello degli "amanti" non è stato tuttavia il solo eccezionale ritrovamento effettuato nell'area di Valdaro: nel 2009 infatti, a poca distanza, è stata riportata in luce un'altra tomba di età neolitica - ben presto pure divenuta emblema di un ulteriore profondo sentimento insito nella natura umana - all'interno della quale riposavano un cacciatore, deposto con un corredo di punte di freccia in selce, e il suo piccolo cane.