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Lunetta Frassino

Nel corso del XIX secolo Mantova divenne parte integrante di uno dei maggiori sistemi difensivi su scala territoriale dell'epoca moderna, il Quadrilatero, uno scacchiere predisposto per la difesa dei territori imperiali dell'Italia settentrionale che coniugava le potenzialità delle linee fluviali del Mincio e dell'Adige con quelle delle fortezze di Peschiera, Mantova, Verona e Legnago. Un ruolo e un'importanza che determinarono il rafforzamento del sistema difensivo che caratterizzava la città.

Tra il e il 1866, infatti, gli ingegneri militari austriaci realizzarono opere esterne e forti necessari per il potenziamento della piazzaforte, il cui definitivo assetto fortificatorio, già definito dai francesi di Napoleone all'inizio del secolo, era modellato secondo lo schema a opere staccate, nella specifica situazione mantovana, chiavi di un grandioso impianto idraulico che conferiva alla città i connotati di una imponente piazzaforte fluviale. In particolare tra il 1859 e il 1860 sul fronte orientale, già protetto dalla lunetta di San Giorgio, realizzata dai francesi dopo aver abbattuto l'omonimo borgo, furono realizzate le lunette Fossamana e Frassino, mentre a difesa del fronte occidentale, fuori Porta Pradella a meridione della lunetta di Belfiore, fu costruita la lunetta Pompilio.
Le lunette Fossamana e Frassino, le uniche opere oggi conservate, progettate e in breve tempo realizzate come opere di fiancheggiamento dell'esistente lunetta di San Giorgio, sono opere staccate a impianto poligonale su base pentagonale, modellate e adattate alla morfologia del terreno secondo puntuali calcoli balistici, caratterizzate da caponiere semplici sugli angoli di spalla e sul fronte di gola rettilineo e in muratura. Sui terrapieni, rafforzati esternamente da palizzate e protetti da un fossato secco, erano previste le postazioni per il tiro in barbetta; nel piazzale interno sorge il ridotto caratterizzato da un impianto trilobato, sviluppato su di un solo livello, con fronti ordinati per il tiro di armi leggere e con copertura in travi e terra. Sotto i terrapieni erano sistemati i locali logistici e il magazzino delle polveri. Caratteri ancora oggi ben leggibili nella lunetta Frassino più facilmente accessibile e meglio conservata. Subito dopo la realizzazione l'efficacia difensiva di tali opere fu però messa in dubbio perché giudicate troppo vicine al corpo di piazza; rimasero comunque operative e furono rinforzate con l'innalzamento dei terrapieni e degli spalti, ulteriormente modificati con i lavori per la messa in stato di difesa del 1866 che prevedevano la messa in opera di traverse di protezione nelle postazioni di artiglieria la copertura in terra di tutti i lati del ridotto centrale che risultavano esposti al nemico. L'armamento previsto era rispettivamente di 11 e 9 pezzi d'artiglieria di differente calibro; per entrambe era infine richiesta una guarnigione di 120 uomini.

Lunetta Frassino, particolare del ridotto interno
Lunetta Frassino, particolare del ridotto interno
Lunetta Frassino, particolare del ridotto interno
Lunetta Frassino, particolare del ridotto interno
Lunetta Frassino, veduta d\'insieme del ridotto interno
Lunetta Frassino, veduta d'insieme del ridotto interno
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