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Normativa in materia di acque

Problematiche che hanno portato alla legiferazione in materia di tutela delle acque

I fiumi da sempre sono stati sfruttati e regimati agli usi dell'uomo, ma è soprattutto in questi ultimi decenni che molti grandi corsi d'acqua hanno subito enormi stravolgimenti. L'ambiente naturale fluviale è stato gravemente danneggiato, sia perché direttamente colpito, sia perché si sono innescati fenomeni di alterazione ecologica molto pericolosi.
Le problematiche principali che questo sfruttamento ha prodotto, sono sinteticamente riassumibilicome segue:
  • artificializzazione dell'assetto fluviale e gestionale
  • assetto della regione fluviale autonomo e completamente avulso dal restante contesto territoriale
  • il fiume assume i caratteri idraulici assimilabili ad un canale delimitato da sponde artificiali in cui l'acqua occupa solo lo spazio residuale concessogli dalle attività antropiche e dalle necessità di difesa idraulica
  • perdita (per azione antropica) dei caratteri evolutivi (idraulici e morfologici) del fiume e della fascia di graduale transizione tra acqua e terra
  • utilizzazione delle aree golenali compartimentata e indipendente dai processi evolutivi naturali indotti dal fiume e dal suo ecosistema
  • riduzione del valore ecologico e presenza di attività ad elevato impatto:
  • progressiva perdita dei caratteri identificativi e caratterizzanti il paesaggio fluviale e sua trasformazione in un'area di marginalità, anche sotto il profilo sociale ed economico
  • semplificazione dell'ecosistema fluviale a cui si associano elementi di monotonia e artificialità colturale, con utilizzo di concimi chimici e fitofarmaci
  • basso livello di qualità delle acque ascrivibile alla forte antropizzazione, al peso delle fonti inquinanti puntuali continue (scarichi diretti in acque superficiali, scarichi depurati pubblici e privati), delle sorgenti inquinanti puntuali discontinue (scaricatori di piena di fognature al servizio di aree urbane) e delle sorgenti inquinanti diffuse (attività agricole, zootecniche, ecc. …).
Il ciclo dell'acqua è un elemento chiave della vita e dell'equilibrio ecologico del pianeta.
L'eccessivo consumo d'acqua da parte dell'uomo ha impatti negativi sugli altri esseri viventi.
L'acqua che consumiamo è una risorsa rinnovabile che ha un ciclo naturale: la pioggia alimenta sorgenti, fiumi, laghi e falde acquifere.
Oltre che agli uomini questa risorsa è necessaria per la sopravvivenza delle specie viventi e degli ecosistemi.
L'uso eccessivo d'acqua per consumi urbani, industriali e agricoli ne mette a rischio la sopravvivenza.
L'acqua è una risorsa riproducibile naturalmente con limiti nella quantità e nel tempo; è vulnerabile e con limitate capacità naturali di autodepurazione, quindi il suo uso e la gestione delle risorse idriche non può che attuarsi secondo criteri di sostenibilità.
La tutela dell'acqua deve conciliare per ogni corpo idrico, o sua parte, gli usi della risorsa col mantenimento della vita biologica, la produzione dei prodotti agricoli, garantendo nel contempo la biodiversità, ed, attraverso corrette pratiche agricole e forestali, il presidio e la salvaguardia del territorio.
La tutela dell'acqua deve rispondere alle esigenze di ogni parte del ciclo idrico, a cui consegue la necessità di definire una unica politica ed una gestione integrata delle acque che riguardino sia l'uso sia la conservazione, superando la separatezza gestionale e di intervento fra prelievi, usi e scarichi.
Deve essere affermata una gestione integrata e sostenibile dell'acqua caratterizzata da minimi ed essenziali prelievi, primi usi, successivi riutilizzi fino a minimi scarichi depurati di acque, pronte per i nuovi usi.